E un giorno sulla scrivania del regista di Kick-Ass e Kingsman Matthew Vaughn approda il manoscritto di un romanzo inedito (Argylle) a tema spionaggio, scritto da uno sconosciuto che si firma con lo pseudonimo Elly Conway (tra una leggenda e una teoria, si è anche fatta strada l’ipotesi molto quotata che vedrebbe la cantante Taylor Swift celarsi dietro questo autore).
Il libro si trova in libreria edito da Mondadori. Il film è in uscita con Universal il 1° febbraio.
Sia il regista che lo sceneggiatore Jason Fuchs hanno saputo fin da subito di avere per le mani uno spy thriller con un grande potenziale. Avrebbero “solo” dovuto tradurlo in un linguaggio cinematografico irresistibile e soprattutto non convenzionale. Ci sono riusciti.
Elly Conway (Bryce Dallas Howard) è un’impenitente gattara che si è autoreclusa dal mondo nonostante sia una famosa autrice di romanzi di spionaggio che riscuotono un incredibile successo.
I fan non vedono l’ora che esca il nuovo romanzo, il quinto della serie di Argylle la superbia, quando un incontro inaspettato e surreale con un vero agente segreto, Aidan (Sam Rockwell), stravolge la sua vita.
L’incredula e spaventata Elly viene catapultata in tutto quello che ha sempre scritto: fughe rocambolesche, sparatorie, complotti, combattimenti acrobatici corpo a corpo.
Solo che l’obiettivo della Divisione, una malvagia organizzazione di spie che esiste per davvero, non è il personaggio da lei inventato, ma lei stessa.
Con il montaggio dal ritmo elettrico e graffiante di Lee Smith, Tom Harrison-Read, Argylle è un film frenetico, pungente, pieno di colpi di scena e buffonate.
Vaughn ha ben presente cosa vuole fare con i suoi ultimi film: regalare l’evasione, non far pensare cioè a quello che c’è fuori dalla sala, alla vita vera insomma.
Quindi ha preso quel senso di evasione di cui sono impregnati gli action movie e lo ha portato ai suoi estremi.
Il risultato è un film divertente, vistoso, folle, scarmigliato.
All’interno di una trama che per due ore e venti non conosce tregua, tutti gli attori – compreso il meraviglioso gatto Alfie (uno Scottish Fold, perfettamente consapevole del suo ruolo!) – sono uno spasso perché sanno prendersi in giro in una storia che sa prendere in giro (non farsi beffe!) del genere spionaggio.
Last but not least, non possiamo non citare la fantastica colonna sonora di Lorne Balfe.
Astenersi seriosi.