“As in Heaven” di Tea Lindeburg

Ambientanto nel 1800, Lise è la figlia quattordicenne di una religiosa famiglia di agricoltori, nelle zone rurali della Danimarca. Incoraggiata dalla madre Anna, Lise si prepara a lasciare la fattoria per frequentare la scuola, una decisione di cui il padre non è affatto entusiasta.

I sogni di Lise devono fare i conti con l’universo maschile, ma soprattutto con salute della madre, Anna.

Anna è nelle fasi finali di una gravidanza difficile; il suo destino è nelle mani di Old Sine, la governante dalla volontà intransigente e ferocemente devota che si rifiuta di chiamare il medico, in parte per rispetto alla paura di Anna dei medici (urla “non voglio morire” quando sente che vogliono chiamare un medico) che lei identifica con la morte, in parte perché non crede a quella medicina per i poveri. Lise si rende conto che il suo desiderio di fuggire “in un altro mondo” diventa irraggiungibile per i suoi doveri famigliari (la madre sta male, lei è donna, la più grande, deve prendersi cura della famiglia). Questa incertezza le provoca molti dubbi che prima non aveva.

Opera prina scritta e diretta da Tea Lindeburg, con la perfetta fotografia di Marcel Zyskind, è l’adattamento del romanzo del 1912 A Night of Death ( En dødsnat) di Marie Bregendahl, che narra la storia delle esperienze di Bregendahl con sua madre all’età di 12 anni. 

As In Heaven è un film metodico e schietto, che fluttua attraverso dialoghi agghiaccianti (dettati da superstizioni e ignoranza) e immagini evocative. Scena dopo scena, la regista mette a fuoco la sua denuncia contro la brutalità emotiva, spesso silenziosa e sublimata da parte degli uomini e di una società chiusa dalla fede, e, soprattutto, la sua critica nei confronti della religione come strumento per sopraffare e soggiogare le donne.