“Cento Domeniche” di Antonio Albanese

Quando deve entrare in banca Antonio bussa sempre alla porta d’emergenza, un impiegato gentilmente gli apre; non riesce a passare dalle porte girevoli, ingresso principale, gli mettono ansia, anche per suo padre era così.

Antonio ha fatto l’operaio tutta la vita in un cantiere navale sul lago; è dovuto andare in prepensionamento perché alla sua età, tra i 58 e i 65 anni circa, sarebbe costato troppo al datore di lavoro, che lo ha sempre apprezzato.

Il lavoro per Antonio è sempre stato passione, impegno, dignità, un’equazione il cui risultato era vivere. Non sa stare con le mani in mano, non è la sua religione.

Conduce un’esistenza tranquilla, amareggiata senza il suo lavoro, vive con la anziana madre, in una casa su cui sta ancora pagando il mutuo, ha un’amante con cui si diverte, un gruppo di amici con cui gioca a bocce. È sempre stato un risparmiatore, è un suo vanto.

Quando la sua unica figlia gli annuncia che sta per sposarsi, Antonio vede realizzato un sogno della sua vita: può finalmente coronare il suo sogno regalandole il ricevimento che insieme hanno sempre sognato potendo contare sui risparmi di una vita.

La banca di cui è da sempre cliente, come tutto il paese, si comporta in modo sinistro, i dipendenti sono all’improvviso sfuggenti e il direttore cambia inspiegabilmente di continuo.

Le obbligazioni che Antonio era convinto di possedere sono state trasformate in azioni, quando ha chiesto il mutuo della casa. Lui ha firmato. Si è fidato. Chi oggi legge tutti i contratti? Si è fidato.
Si è fidato perché è la banca che ha reso ricca l’Italia. Il direttore e gli impiegati gli sconsigliano di ritirare i soldi. E lui si fida. Pazienta. Come si fidano gli altri suoi amici.

E si fida. E si fida. Finché capisce di essere stato tradito, di essere un ultimo, come tutti i suoi operosi concittadini. Perché “i primi” erano stati avvisati per tempo perché salvassero il loro cospicuo patrimonio.


Ho sentito la necessità di raccontare questa storia, non solo per l’universalità che esprime, ma soprattutto mi ha colpito la dignità che le persone come Antonio hanno manifestato in queste circostanze
 – ha raccontato il regista Antonio Albanese – La fiducia nel proprio lavoro, l’attaccamento alle proprie radici, quella straordinaria capacità di accontentarsi e di vivere una vita serena fatta di piccole cose e di relazioni autentiche. Per questo l’onda del raggiro e del tradimento li ha travolti: non erano pronti ad affrontarla. Per questo abbiamo deciso di dedicare questo film alle centinaia di migliaia di persone tradite dall’avidità.

Il quinto film da regista di Antonio Albanese – artista sensibile e intelligente – che qui scrive con Piero Guerrera, è un pugno nello stomaco che arriva al rallenty, ma quando colpisce fa male.
Sobrio e semplice, lucido e asciutto, angoscioso, mai didascalico, qualità ammirevoli e rare da mantenere con costanza e in equilibrio in una storia umana di questo tipo, Cento Domeniche è un dramma socio-politico capace di coinvolgere lo spettatore.

Girato a Lecco

Data di uscita: 23 novembre

Regia: Antonio Albanese

Paese: Italia

Genere: Dramma

Anno: 2023

Produzione: Palomar e Leo in collaborazione con Vision Distribution

Distribuzione: Vision Distribution

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