“Dieci Minuti” di Maria Sole Tognazzi

Liberamente ispirato al romanzo brillante e sensibile Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale (2013; edito da Feltrinelli), sceneggiato dalla regista Maria Sole Tognazzi e da Francesca Archibugi, Dieci Minuti è un dramma dai toni cupi che affatica lo spettatore.

I “dieci minuti” del titolo sono il tempo approssimativo per fare qualcosa di diverso, che spaventa, che fa schifo, qualcosa mai fatto nella vita; è la terapia che la dottoressa Brabanti (Margherita Buy), psichiatra dell’ospedale, prescrive a Bianca (Barbara Ronchi), giovane donna in preda a calmanti e ansia, lasciata dal marito dopo anni di matrimonio.

Quella che nel romanzo era una storia lineare e coinvolgente, generosa e interessante nel saper coinvolgere, il film della Tognazzi opta per un tono mesto, con una protagonista in lutto sentimentale, assuefatta da farmaci calmanti.
L’unica nota che dà brio alla storia è Fotinì Peluso, nel ruolo della sorella minore di Bianca, figlia di un’avventura del padre.
Per il resto Dieci Minuti è un film monocorde che alterna il presente al passato con un uso non sempre agile del flashback per mostrare stralci di vita di Bianca, la protagonista.

Ed è proprio a causa di come è disegnata Bianca, con quegli occhi sempre bassi, i vestiti scuri, la voce da malata che il film non riesce a essere profondo né a creare un qualche sentimento almeno positivo verso di lei e la sua storia.

Peccato, perché il materiale per mettere in scena una commedia anche amara ci sarebbe stato tutto.

Dal 25 gennaio al cinema con Vision Distribution.