L’adattamento di Denis Villeneuve del romanzo “infilmabile” di Frank Herbert del 1965 – in collaborazione con il co-sceneggiatore Jon Spaihts – è stato ed è un’impresa epica, riuscita, un’epopea fantascientifica.
Continuazione, e non sequel, la seconda parte di Dune ha una solennità che conquista, più della parte uno, che era stata una lunga coinvolgente certo, ma lunga, premessa.
Dune è sempre una storia di potere, è una storia politica ed è una storia di profezia, di streghe, guerrieri e ribelli, in uno sfondo che evoca nitidamente l’imperialismo.
Denis Villeneuve ha esplorato un mondo feudale con un imperatore malvagio, casate nobili e popoli sottomessi, … una storia che affonda le sue radici nella mitologia.
Ambientato migliaia di anni nel futuro, Dune Parte 2 approfondisce i temi ecologici dell’autore Frank Herbert sviluppandosi in un fedele (al romanzo) racconto sull’umanità contro la natura.
Al centro dell’azione c’è un conflitto senza tempo tra le forze del bene e del male. Da un lato ci sono i Fremen, una rappresentazione dell’umanità che lotta per la sopravvivenza collettiva dei nativi e del pianeta Arrakis (chiamato anche Dune). Dall’altro, ci sono gli Harkonnen, manifestazione di corruzione, violenza e avidità. Il loro incontro è la storia conflittuale di Paul Atreides, che si affida alla potenza della guerriera Chani e alla saggezza di Stilgar per ottenere la fiducia e il sostegno del popolo Fremen, mentre gli Harkonnen continuano a devastare le sabbie di Arrakis per la Spezia – anche se i loro sforzi non rimangono incontrastati, facendoli infuriare ulteriormente e portando a una guerra totale.
Dune Parte 2 riprende il filo all’indomani dell’assassinio del duca Leto Atreides (Oscar Isaac), suo figlio Paul (Timothée Chalamet) è stato accolto dal popolo Fremen di Stilgar (Javier Bardem) insieme a sua madre Jessica (Rebecca Ferguson).
Paul è considerato il messia, il salvatore; ruolo profetico che il giovane rifugge perché è certo porterà solo alla guerra e alla fame, ma il suo percorso di vendetta contro coloro che hanno ucciso suo padre lo costringe a usarlo per i propri mezzi.
Questo film si inoltra nell’integrazione di Paul e di sua madre Jessica nella cultura Fremen. Nel frattempo Paul e la guerriera Fremen Chani (Zendaya) si innamorano, e insieme iniziano una campagna contro gli oppressori, i loro nemici. Paul deve affrontare il suo peggiore incubo: il compimento di una profezia che aveva previsto una guerra santa combattuta in suo nome.
È profondamente turbato dal suo desiderio di vendetta e la sua intuizione che il percorso che sta percorrendo potrebbe portarlo alla catastrofe, potrebbe condurre i suoi amici Fremen, nel caos e in guerra. Il suo dilemma morale lo pone su una linea molto sottile, cercando di combattere i suoi nemici senza percorrere il sentiero della profezia che è stata tracciata dalle sorelle Bene Gesserit prima di lui.
Il voice over che apre e accompagna il film appartiene alla principessa Irulan (Florence Pugh), figlia dell’Imperatore (Christopher Walken), che cospirò con una setta di streghe sensitive chiamata Bene Gesserit per eliminare il clan di Paul, la Casata degli Atreides, e cedere il controllo agli Harkonnen, guidati dal Barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgård).
E proprio il perfido Barone, dietro la promessa del trono dell’imperatore mette il nipote Feyd-Rautha (Austin Butler) a gestire la situazione di Arrakis, per sostituire l’altro nipote Glossu Rabban (Dave Bautista).
Senza fare spoiler, ma i combattimenti con protagonista Feyd-Rautha emanano una tensione vibrante che diventa carismatica protagonista delle scene.
È un film agile nel raccontare la trama intrigante e intricata, e solido nella costruzione dei personaggi; è visivamente sbalorditivo – consigliamo vivamente la visione in IMax – con emozionanti ed esplosive sequenze d’azione (mozzafiato) che seducono nel loro gioco cinematografico che si traduce in un linguaggio unico.
Dune è diretto con una sicurezza corpulenta che sprigiona audacia, immergendo lo spettatore nell’immaginifico strabiliante di culture e battaglie interplanetarie. La colonna sonora di Hans Zimmer avvolge e usa il suo ritmo per far crescere il film.
Restiamo in attesa del terzo capitolo, Messia.
Direttore della fotografia GREIG FRASER
Scenografie di PATRICE VERMETTE
Montaggio di JOE WALKER
Supervisore degli effetti visivi PAUL LAMBERT
Costumi JACQUELINE WEST
Colonna sonora di HANS ZIMMER
Musiche di HANS ZIMMER