Scritto dalla regista con Noémie Lvovsky e Agnès De Sacy, Forever Young (Les Amandiers) si basa sui loro ricordi, e su quelli di altri studenti (intervistati dopo aver iniziato a scrivere la sceneggiatura), sulla Scuola di Teatro da loro frequentata, Les Amandiers, creata negli anni ’80 da Patrice Chéreau.
“Poi però, ci siamo concesse la completa libertà di rielaborare, romanzare, mescolare, fondere e inventare. Tutto questo costituisce il nostro campo di gioco. Bisogna dare all’immaginazione la possibilità di divertirsi, senza autocensure o troppi tabù.”
Che cos’è la recitazione? Perché voler fare Teatro? Quali sono le esigenze dell’Arte?
Sono queste le domande sui cui la Bruni Tedeschi ragiona per raccontare l’esperienza recitativa e insieme esplorare anche la vita con l’impeto e gli spettri di quegli anni e di quelle anime giovani.
Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza.
Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani. Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie.
Louis Garrel interpreta il regista Patrice Chéreau, considerato il Dio vivente del teatro contemporaneo, lo ha incontrato in passato e lo descrive così: “Le sue particolarità erano la grande passione per il lavoro, l’angoscia ovviamente e la passione per gli attori. Tutti erano pronti a lavorare con lui fino alla morte”.
Il quinto film da regista di Valeria Bruni Tedeschi è un audace, esuberante, nostalgico melodramma che cerca di catturare e raccontare obiettivamente la bellezza, le emozioni, i turbamenti, e le frustrazioni di alunni accalorati dentro la scuola, di giovani vivaci, imbronciati, soprattutto fragili e bramosi di vita fuori dal palcoscenico.