Buon sangue non mente!
Jason Reitman raccoglie il testimone, e porta avanti l’eredità di suo padre Ivan Reitman, regista dei due Ghostbusters(1984, 1989), cult imprescindibili, pietre miliari del genere, che hanno “formato”generazioni, e regala un film che nessuno forse si aspettava: divertente, fresco, commovente (!), un omaggio per vecchi fan e al tempo stesso capace di forgiare nuovi appassionati della saga degli “Acchiappafantasmi”.
Scritto dal regista con Gil Kenan, Ghostbusters: Legacy (Afterlife in versione originale) lavora sui dettagli nerd e genuini degli anni 80, e li traduce con sicurezza, emotività e rinnovata ironia per questi tempi.
I fatti di New York del 1984, l’invasione di fantasmi e la loro sconfitta grazie all’inventiva scientifica degli Acchiappafantasmi – Peter Venkman, Raymond “Ray” Stantz, Egon Spengle, Winston Zeddemore – sono solo un racconto sbiadito, ricordato da qualche video su YouTube.
Callie (Carrie Coon) riceve la notizia della morte del padre, odiato perché l’ha abbandonata quando era piccola; la donna prende i figli, il quindicenne Trevor (Finn Wolfhard, Stranger Things) e la preadolescente appassioanta di scienze Phoebe (Mckenna Grace, Young Sheldon, Handmaid’s Tale), e si trasferisce nel bel mezzo del nulla, nell’Oklamoma, nella tenuta scriocchiolante e sperduta del genitore, anche perché il proprietario di casa l’ha sfrattata per debiti.
Mentre Callie cerca di fare i conti, con il passato e con le bollette, Trevor trova lavoro in un fast food, e la geniale Phoebe, iscritta alla scuola estiva, “lega” con uno sbadato insegnate (Paul Rudd) sismologo, più interessato a comprendere i movimenti tellurici che badare a un manipolo di ragazzetti.
Comunque Phoebe e poi Trevor sono quelli più curiosi di scoprire i misteri della stamberga dove vivono e soprattutto a comprendere quel nonno mai conosciuto che tutti in paese chiamano “zappa terra”.
Un mistero dopo l’altro, un ectoplasma prima, un marshmallow che prende vita dopo (un vero e proprio adorabile cortometraggio all’interno del film!), un terremoto mattutino sempre costante, e viene fuori che il nonno, ritenuto pazzo da molti, stava cercando di impedire una nuova ondata apocalittica di fantasmi sulla Terra.
Saranno Phoebe, Trevor, i loro nuovi amici a provare a impedire ai fantasmi di devastare il pianeta.
Ghostbusters: Legacy è un film pieno di sorprese, consapevole del peso dell’eredità che non deve tradire, ma trasmettere.
È molto di più di un sequel, è un legame di sangue. Una famiglia che racconta un’altra famiglia.
Un’impresa mica da poco: non deludere le generazioni che hanno amato questa serie e farla amare dalle nuove.
Una sfida difficile, ma vinta con successo riuscendo a mescolare effetti vintage con la moderna CGI, con un caldo sound design e con la colonna sonora orchestrale di Rob Simonsen che inietta energia.
Il film rende un tenero omaggio al compianto Harold Ramis, che ha recitato e co-scritto i primi due film con Dan Aykroyd.
Ci sono due scene sui titoli di coda, vi consigliamo di fermarmi fino alla fine, ne vale la pena.
Ghostbusters: Legacy fa della nostalgia una qualità narrativa e riesce perfino a rendere commoventi certi guizzi ectoplasmatici.