Il cavallino goffo di “Ferrari” di Michael Mann

Scritto da Troy Kennedy Martin (The Italian Job) e dal regista Michael Mann, basato sul romanzo di Brock Yates “Enzo Ferrari: The Man and The Machine”, Ferrari non è un’autobiografia sull’ex pilota e fondatore dell’omonima casa automobilistica, ma racconta uno specifico episodio della carriera e vita privata di Enzo Ferrari.

La storia è ambientata nel 1957, a Modena dove un panciuto Enzo Ferrari (Adam Driver) si barcamena tra la moglie e partner in affari Laura (Penelope Cruz), dagli occhi cerchiati di nero in lutto per la moglie del loro unico figlio Dino (morto nel 1956), l’amante Lina (Shailene Woodley) da cui ha avuto il figlio Piero, ora decenne, e i suoi studi sul motore della sua macchina da corsa, la Ferrari, per vincere la folle Mille Miglia (gara di macchine che percorreva l’Italia), battere Maserati e salvare la sua fabbrica, sull’orlo del fallimento.

Ferrari sceglie di concentrarsi più sulla sfera privata che sulle corse. L’intento è quello di mettere in scena un uomo tutto d’un pezzo, un generale che manda i suoi piloti in guerra su strada, senza distinzione tra sfera pubblica e privata, e di come le tragedie e tensioni private combinassero il turbolento destino pubblico. 


Il risultato purtroppo ha l’impatto emotivo di un melodramma televisivo di fronte al quale si resta senza parole perché da Michael Mann – a quasi dieci anni dal suo ultimo film, Blackhat del 2015 – ci si aspetta quella sua narrazione epica di suggestione e adrenalina, e di immergersi in una dimensione profonda o sfaccettata, certo non un racconto fiacco, tanto composto da essere sommesso, che si culla e adagia nella fotografia di Erik Messerschmidt.

Nella versione in lingua originale non c’è lo scempio linguistico né di accento cui Ridley Scott ha sottoposto il pubblico. La sceneggiatura è comunque al livello di uno sceneggiato televisivo con alcuni termini detti in italiano, es. commendatore, avvocato, probabilmente perché agli americani fa piacere sentire la musicalità di questi vocaboli pronunciati nel nostro idioma (non trovo altra spiegazione).
Ma la cosa forse più inspiegabile di tutte è che la valuta è in dollari anziché in lire. Enzo Ferrari e sua moglie Laura parlano di dollari e non di lire.


Al cinema dal 14 Febbraio distribuito da 01 Distribution