Un capotribú Cree (…) racconta che “il nonno, anche lui capotribú, gli aveva rivelato che nel suo corpo di vecchio, pronti a contendersi le sue viscere, c’erano due lupi. Il primo, un lupo grigio, lo esortava a essere forte e compassionevole. Saggio, coraggioso, capace di perdonare. L’altro, un lupo nero, lo spingeva invece alla vendetta. A non dimenticare i torti subiti. Ad attaccare per primo. A essere spietato, furbo, brutale con amici e nemici. A non risparmiare nessuno.”
Alla sua diciannovesima indagine del “suo” capo della Omicidi della Sûreté del Québec, Armand Gamache, un carismatico uomo che “preferiva ascoltare anziché intimidire. Perché desiderava comprendere“, Louise Penny continua abilmente a tenere il lettore “inchiodato” alla suspense delle pagine fino all’ultima riga.
Nell’armonia di una metà agosto nel villaggio di Tree Pines, dove Gamache e l’amatissima moglie Reine-Marie, hanno “trovato rifugio, non un posto dove sparire, e conforto in un mondo troppo veloce. Dove si erano creati una casa. Non per scappare dagli orrori del mondo ma per guarirne“, ha inizio un’indagine pericolosa non solo per tutta la squadra della Sûreté, ma per tutti i cittadini del Québec.
Da Montréal al remoto lago dove si trova il monastero di Saint-Gilbert-Entre-les-Loups, dal Vaticano alla Francia, Gamache con i suoi fidati e insostituibili “bracci destri” Jean-Guy Beauvoir e Isabelle Lacoste si trova di fronte alle peggiori paure, a un disastro inquietante. Inizia così una caccia all’uomo, ad un’entità imprevedibile. Se non dovesse riuscire a catturarla, le conseguenze per tutta la regione sarebbero disastrose.
Avvincente e intrigante, Il Lupo Grigio è un thriller sull’avidità e sul potere, sul prevenire e combattere il lupo nero dentro di noi.
Il caso si conclude alla fine del romanzo, ma con un cliffhanger perché la lotte del bene contro il male non è ancora terminata.
- Louise Penny, Il Lupo Grigio, Einaudi 2024, Letizia Sacchini (Traduttore), p. 584, € 17