“Il Vangelo Secondo Maria” di Paolo Zucca

Più che Il vangelo secondo Maria (Benedetta Porcaroli) è una storia secondo noi sul Vangelo secondo Giuseppe (Alessandro Gassmann), personaggio storico rappresentato con sfumature interessanti.

Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Barbara Alberti, uscito per la prima volta nel 1979, sceneggiato dalla stessa autrice con il regista Paolo Zucca e con il produttore Amedeo Pagani, mette al centro e riscrive la figura della giovane Maria di duemila e passa anni fa all’interno della società patriarcale di Nazareth, prima ancora dell’Annunciazione, e del Figlio di Dio.

Ribelle e selvaggia Maria sogna tutto ciò che a una donna è proibito: dall’educazione al viaggiare. Non vuole sposarsi, tanto che rifiuta il figlio del sacerdote come marito.

Il padre furioso la dà in sposa a un falegname, Giuseppe, che è tornato nella città natia dopo aver viaggiato e appreso nozioni di filosofia e matematica.
Tra Maria e Giuseppe, che ne rispetta la libertà contro le leggi del tempo, nasce un sodalizio casto.
Lui segretamente la istruisce, preparandola alla fuga verso l’Egitto, verso terre che la giovane vuole scoprire. Ma i due non hanno fatto i conti con i piani di Dio, che proprio sul più bello manda l’Angelo dell’Annunciazione.
L’esaltazione fanatica dell’inizio, getta poi Maria nel panico. Sarà la maturità saggia di Giuseppe a tenderle una mano.

Girato in una meravigliosa Sardegna che però diventa Nazareth, la Galilea confinante con la Samaria e via via fino all’Egitto, dove le lavandaie, utilizzate come pettegolo coro greco dialogano in dialetto sardo, Il Vangelo Secondo Maria sente su di se tutti gli anni di un romanzo invecchiato male. Scritto più di 40 anni fa il libro della Alberti è figlio di quei tempi.

Dar voce alla ragazzina prima di diventare la beata vergine Maria, insofferente alle leggi del tempo, divoratrice di sapere, pensando di farsi portavoce di una qualche idea rivoluzionaria, oggi come oggi lascia il tempo che trova.
Non è presente una forza narrativa di cronaca in un mondo ancora segregato in un patriarcato, talmente radicato nella società che spesso sono le donne stesse in posti di potere a farsene portavoce.

Non capiamo le ragioni di questo film, che immagina una giovane ribelle – mille mila anni fa – contro il patriarcato biblico, quindi? Non si fa portavoce di una riforma o di una innovazione, che desti anche scalpore, di Maria (a tal proposito Ave Mary di Michela Murgia edito da Einaudi dovrebbe essere un testo fondamentale a riguardo); non genera alcun dibattito teologico sul catechismo né sul ruolo della donna nella Bibbia.

È il personaggio di Giuseppe invece, uomo buono, colto e saggio, a destare curiosità per il percorso interessante che è stato disegnato sul personaggio, uomo di mondo, che torna nel luogo natio e applica un sistema di giustizia e rispetto anomali, se non impensabili per l’epoca.

Rimandiamo a un film che secondo noi merita una visione e si apre a riflessioni: Per amore solo per amore di Giovanni Veronesi con Diego Abatantuono e Penelope Cruz.

Nel suo alternare toni biblici della volontà divina a quelli fantasiosi che giocano con l’iconografia e le illustrazioni storiche-moderne dipinte e costruite sulla Madonna, Il Vangelo Secondo Maria ci ha lasciati sgomenti e ridanciani soprattutto durante le due apparizioni dell’Angelo Gabriele addobbato con ali che sarebbero bandite anche nei più fanatici dei presepi o processioni altisonanti.

Seria e satirica invece, di quella satira di cui è fatta la nostra cultura, è la figura di Gabriele impersonato da Lello Arena nella celeberrima scena della Smorfia (Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo Decaro). Dobbiamo citarlo per forza in contrapposizione alle scelte stilistiche e di forma di quest’opera.

Data di uscita: 23 maggio 2024

Genere: Drammatico

Anno: 2023

Paese: Italia

Produzione: La Luna, Indigo Film e Vision Distribution in collaborazione con Sky

Distribuzione: Vision Distribution