Il saggio (2017) di David Grann Killers of the Flower Moon: The Osage Murders and the Birth of the FBI (edito da Corbaccio in Italia con il titolo Gli assassini della terra rossa) diventa un’epopea thriller-true-crime diretta da Martin Scorsese con la co-sceneggiatura di Eric Roth.
A distanza di 4 anni da The Irishman, con un budget di oltre 200 milioni di dollari, Killers of the Flower Moon è ambientato agli inizi degli Anni 20.
La scoperta del petrolio (nel 1984) nei territori dell’Oklahoma di proprietà degli Osage, nativi americani, trasformò la loro esistenza: diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi, suscitando una vendetta sanguinolenta da parte dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i loro beni, con corruzione fino all’omicidio, mettendo in atto una cospirazione genocida.
L’inizio del film ha un’eco di Quei bravi ragazzi: Scorsese fa scorrere una serie di immagini di morti sospette degli Osage, incluso un suicidio “impossibile” per metodologia, archiviate senza indagini.
In tre ore e mezza (comunque troppe!) Scorsese dirige ma soprattutto racconta – e così riesce a immergere lo spettatore nel tumulto della tragedia – con nobile mestiere e devoto rispetto un massacro americano pianificato da uomini bianchi, affrontando in ultima istanza – qui la parte più tediosa, nel senso che perde in ritmo – il processo contro di loro attraverso il linguaggio del dramma giudiziario.
Nel finale straziante, è lo stesso Scorsese che con un colpo di maestro e di maestria entra in scena per rendere omaggio al Popolo Osage; gli ultimi minuti valgono l’intero film.
Ernest (DiCaprio) reduce della I Guerra Mondiale, ingenuo corruttibile idiota privo di intelligenza per la conseguenza delle sue azioni, si rivolge allo zio William Hale (Robert De Niro), il subdolo King della zona, per un lavoro nella nazione indiana degli Osage. Da quando quel Popolo è diventato ricco, spartendosi le quote petrolifere, i bianchi hanno sposato indiani per poi appropriarsi della loro parte di eredità. Lo zio William consiglia al nipote di sposare una donna nativo americana per mettere le mani sui suoi beni. Ernest si innamora di Molly (Gladstone), ma non riesce a porre un suo limite all’avidità dello zio.
A far luce su questo film è l’incredibile potere sobrio e dolente di Lily Gladstone, che carica Molly della tragedia del suo Popolo con la grinta della saggezza senza metterle un’aureola da santa.
A DiCaprio non tocca un ruolo facile, e a differenza di altre interpretazioni, qui non riesce a mantenere per tutta la durata del film sfaccettature complesse senza scivolare talvolta nel grottesco (con alcuni grugni facciali eccessivi). De Niro più che interpretare indossa espressioni, ma per fortuna non intacca la credibilità della narrazione.
Fuori Concorso al Festival di Cannes 2023, Killers of the Flower Moon riflette sulla colpa di un’umanità, sui massacri commessi in nome di una inesistente superiorità bianca.
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Data di uscita: 19 ottobre 2023
Genere: Drammatico
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Eric Roth, Martin Scorsese
Fotografia: Rodrigo Prieto
Montaggio: Thelma Schoonmaker
Musiche: Robbie Robertson
Cast: Lily Gladstone, Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Brendan Fraser, Jesse Plemons, Tantoo Cardinal, Cara Jade Myers, Janae Collins, Jillian Dion, William Belleau, Jason Isbell, Louis Cancelmi, Scott Shepherd, Sturgill Simpson, Gary Basaraba, Michael Abbott Jr., David Born
Paese: USA
Durata: 206 min
Anno: 2023
Produzione: Apple Studios, Imperative Entertainment, Sikelia Productions, Appian Way
Distribuzione: esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema, distribuito da 01 Distribution