Scritto e diretto da Tom Donahue, è disponibile sulla piattaforma Paramount+ un interessante, denso, ben strutturato documentario in 4 parti (da circa 50 minuti ciascuna) su una parte buia e criminale della Storia d’Italia: Murder of God’s Banker – L’Omicidio del Banchiere di Dio.
Il Banchiere di Dio è Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano dall’inizio del 1975, fino a quando – procediamo in estrema sintesi – viene arrestato il 20 maggio 1981, accusato di violazione delle norme valutarie e processato in luglio insieme ad altri amministratori dell’Istituto di credito per esportazione illecita di capitali, scoppia lo scandalo della loggia segreta massonica P2 guidata da Licio Gelli, e il 17 giugno 1982, quando viene trovato impiccato sotto il ponte londinese dei “Frati Neri” (Blackfriars Bridge), con pietre nei pantaloni, 7.500 sterline, e un passaporto italiano intestato a Gian Roberto Calvini.
Una mattina presto a Londra, un giornalista del Daily Express, mentre si sta recando al lavoro, nota la sagoma di un uomo appeso a una corda, con le caviglie immerse nell’acqua del fiume. Competente per quell’area è la la Polizia della City abituata a gestire crimini finanziari, non casi di questo tipo; infatti commettono molti errori elementari: niente fotografie per esempio, e negli anni 80 era già una prassi, hanno sciolto il nodo intorno al collo (normalmente si taglia la fune per mantenere il nodo intatto) e il caso all’inizio è stato trattato come il suicidio di un vagabondo. Era il corpo di Roberto Calvi, che si è portato nella tomba immensi e pesanti segreti criminali. Da qui si sviluppa la sceneggiatura dei 4 episodi.
“Chi non avrà ucciso Calvi?” è la domanda che iniziano a porsi gli investigatori, soprattutto quelli giornalistici, non solo poliziotti perché nel frattempo era in atto una cospirazione per mantenere ben segreta la verità sui poteri occulti e su un uomo che aveva affari con la mafia, una loggia massonica, gruppi neofascisti e il Vaticano.
Il documentario utilizza filmati d’archivio, drammatizzazioni stilizzate e animate, ricostruzioni sobrie di fiction e con l’arte dell’inchiesta li assemblea a interviste fronte camera a noti giornalisti e storici ((Angela Gallop, Alexander Stille, Larry Gurwin, John Dickie, Philip Willan, Rosario Forlenza, Paul Ginsborg, David Lane, Leo Sisti, Stefania Limiti, Giuliano Turone, Francesco Carluccio, Luca Tescaroli, Renato Bricchetti, Francesco Pazienza).
Girato tra l’Italia (dove la produzione internazionale si è avvalsa della collaborazione della giornalista e critico cinematografico Chiara Spagnoli Gabardi), Londra e gli Stati Uniti, Murder of God’s Banker – L’Omicidio del Banchiere di Dio con il suo ritmo incalzante ricostruisce la fitta rete di traffici di Calvi, poi Licio Gelli, Michele Sindona e del cardinal Marcinkus.
È un lavoro chiaro e narrativamente nitido.
Manca la parte più strettamente politica – se si esclude la relazione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta di Tina Anselmi – le reazioni e mosse del Governo italiano di allora, ma sarebbero stati necessari altri 4 episodi. Non è una critica, è un invito che ci sentiamo di fare alla produzione perché ha realizzato un documentario asciutto operando una notevole e ammirevole, efficace sintesi con un finale di grande impatto emotivo.