“Quantum of Solace” di Marc Forster

“007 Quantum Of Solace” è già un record solo in fatto di numeri. È la ventiduesima avventura della spia creata da Ian Fleming, è costato 225 milioni di dollari e al suo primo giorno di programmazione ha incassato 8 milioni di dollari. Ma non è tutto; rappresenta, soprattutto, il primo vero e proprio sequel della serie di James Bond. Questa nuova avventura, sul grande schermo, dell’agente del MI6, 007, riparte esattamente da dove era stata lasciata con “Casino Royale“.

Per la seconda volta nello smoking di James Bond c’è Daniel Craig, che ha ottenuto grandi consensi da parte di critica e pubblico. L’attore britannico si è trovato a interpretare gli inizi della carriera di 007, mostrando un lato assolutamente inedito, e anche sorprendete, di questa spia. Casino Royale e Quantum of Solace hanno configurato una svolta nell’immaginario di questa leggenda dei servizi segreti, hanno rivisto la figura glamour di tale agente, sempre in perfetto equilibrio tra un Martini, un sorriso ammiccante alla giovane di turno e la sferzata del colpo mortale al nemico.

Nella storia qui raccontata, non lavorano ancora, per l’MI6, personaggi memorabili che, nella loro piccola, ma preziosa parte, hanno fatto la storia di James Bond: dalla segretaria, Miss Moneypenny, all’agente Q, storico inventore dei gadget del servizio segreto di Sua Maestà.
Trascorre pochissimo tempo dalla vicenda raccontata nel film precedente; lo spettatore si trova sempre di fronte uno 007 molto più emotivo, fisico, egocentrico, per nulla ligio alle regole, con uno stile più rude che raffinato. Il tradimento e la perdita di Vesper (Eva Green), la donna che amava, lo hanno reso ancora più un indisciplinato, un ribelle concentrato su di sé, un eroe tragico che sembra quasi abusare infantilmente della sua “licenza di uccidere”. Il comportamento di Vesper ha rivelato Bond come ancora più vulnerabile nei confronti delle sue emozioni; tuttavia resta, tragicamente, distaccato nei confronti di ciò va oltre il suo interesse.
Quantum of solace mette 007 sulla via della vendetta personale; cercando di scoprire la verità, contravvenendo a ogni codice di comportamento richiesto, disubbidendo ai continui richiami di M (una splendida Judy Dench), il direttore dell’MI6, si mette sulle tracce di una misteriosa organizzazione. Bond si trova a scappare e a inseguire in una spirale fatta di tradimenti, omicidi e inganni.

Da dietro la macchina da presa, Marc Forster (Il cacciatore di aquiloni), un perfetto narratore di immagini, assembla, suscitando un’inevitabile partecipazione da parte del pubblico, sequenze da brivido: rocamboleschi inseguimenti, scazzottate in bilico sui tetti, esplosioni di palazzi. Le scene action che dirige sono realizzate con accuratezza, in modo che ciascuna racconti una sua storia, creando un collegamento tra di esse. Filo conduttore è la vendetta spietata di Bond, a cui si unisce un’altra vendetta, quella di una donna, molto glaciale e altrettanto abile, Camille (Olga Kurylenko), forse la bond girl peggio vestita in ventitude episodi della serie.

La produzione di Quantum of solace si è svolta in un numero maggiore di location straniere rispetto a qualsiasi altra pellicola di questa saga che dura da ormai 46 anni. Le riprese sono cominciate nel gennaio 2008 e il set si è spostato dall’Inghilterra al Sudamerica per arrivare all’Italia che, dopo Venezia e il lago di Como immortalati in Casino Royale, è di scena con il Palio di Siena e un inseguimento sulle rive del Lago di Garda.
La forza motrice di un’assoluta e cieca giustizia personale porteranno Bond a prendere aerei per destinazioni lontane e pericolose, ma che del resto rappresentano il marchio di fabbrica delle sue peripezie. Ad accompagnarlo in questo suo viaggio torna al suo fianco Mathis (un sempre incredibilmente bravo Giancarlo Giannini).
Una piccola delusione che potrebbe insorgere nei fan di 007 è che occorre aspettare la fine del film per ascoltare l’iconfondibile tema della colonna sonora che lo ha accompagnato in tutti questi anni.