“Saloum” di Jean Luc Herbulot

Durante il colpo di stato della Guinea-Bissau del 2003, le Iene di Bangui, un trio d’élite di mercenari (o di stregoni come annuncia la voce narrante) cattura un signore della droga messicano e quello che porta con sè. Il loro compito è portarlo a Dakar in Senegal, per poi incassare quanto dovuto e fuggire.

Per un imprevisto, il piano di fuga delle Iene va all’aria e restano bloccati nel delta del Sine-Saloum, una specie di regno fluviale costiero popolato da comunità isolane e isolate, intriso di mito e mistero. Sperano di poter mantenere un basso profilo, tentando di confondersi con i turisti, ma rischiano di essere scoperti con l’arrivo di un capitano di polizia e di un’enigmatica donna sorda che nasconde i suoi segreti.

Il secondo lungometraggio del regista congolese Jean Luc Herbulot racchiude vari generi (dall’horror al thriller passando anche per la commedia e il western) per raccontare, e lo fa benissimo, una storia di genere molto africana sulla vendetta.