Cathy è una chef di 40 anni, innamorata del suo lavoro, ma non della sua datrice di lavoro. Esasperata decide di andarsene da una cucina che non è la sua e realizzare finalmente il suo grande sogno: aprire un ristorante stellato. Le cose però iniziano presto a non andare secondo i suoi piani e, fra conti e complessità organizzative, si trova ad affrontare da subito le difficoltà del mestiere.
Per rilanciarsi, Cathy accetta con riluttanza un lavoro da dipendente in una sperduta località fuori città, in quella che scoprirà poi essere la mensa di un centro di accoglienza per giovani migranti. Inizialmente è poco convinta e per nulla entusiasta di questo nuovo lavoro, ma in breve tempo grazie alla sua straordinaria abilità e alla sua passione per la cucina inizierà a farsi amare dai ragazzi, i suoi nuovi colleghi e suoi nuovi amici, che a loro volta avranno anche tanto da insegnarle.
Dopo Les invisibles, una commedia drammatica ambientata in un centro di accoglienza per senzatetto, e Discount , film di denuncia sullo spreco alimentare, Louis-Julien Petit dirige una commedia con uno sfondo sociale urgente e profondo: quello dei minori non accompagnati, migranti in Francia in attesa di un permesso di soggiorno o di espatrio.
Louis Julien Petit cita come suo punto di riferimento, nel raccontare storie di emarginazione, Ettore Scola.
Il tema così stringente trattato nel genere della commedia qui non sempre si mantiene in equilibrio sul sottitile filo della verosomiglianza.
Insomma Louis-Julien Petit si lascia prendere la mano da un’energia narrativa che risulta un po’ sfacciata.
Ma! Sì, Chef! – La Brigade, scritto a 8 mani, nonostante qualche esasperazione, riesce a comunicare l’emergenza di una cronaca umanitaria: non abbandonare questi ragazzi soli alla criminalità delle strade, ma formarli, dare loro un’istruzione di base e un lavoro perché sappiano e possano difendersi dalle mafie urbane. L’attualità qui viene raccontata con cuore e leggerezza fiabesca, ma il messaggio arriva nitido e diretto, e il sorriso cede in fretta il passo alla riflessione attenta e seria. E questo è un successo.