Simon of the mountain, opera prima del regista argentino Federico Luis con protagonista il cantautore argentino emergente Lorenzo Ferro, approda nel La Semaine de la Critique del Festival di Cannes edizione numero 77.
Già in Concorso a Cannes nella sezione Cortometraggi nel 2019 con La Siesta, il regista Luis ha arruolato un cast composto da studenti di teatro diversamente abili per un film complesso e provocatorio sulla disabilità nella fase dell’adolescenza.
Ispirato a esperienze personali (Luis ha trascorso gran parte dell’infanzia nelle sale d’attesa degli ospedali), il film inizia in montagna dove Simon si aggrega a un gruppo di ragazzi con disabilità.
È un tipo solitario Simon (lo scopriremo poi durante la narrazione); è in cerca di conforto e in cerca di una appartenenza; vive con una madre che non sa come prendersi cura di lui, e con il compagno di lei.
È il coetaneo Pehuen (Pehuen Pedre) che fa a Simon alcune domande precise all’inizio della storia, come sai cucinare? sai lavare? sai rifare il letto?
Domande che gli verranno poste in altre circostanze alla fine.
Forse per la prima volta Simon si sente a suo agio, insieme a ragazzi con cui riesce a relazionarsi, a vivere esperienze, come innamorarsi, mai affrontate.
Tuttavia la vita non è mai facile, figurarsi durante l’adolescenza, figurarsi se non si è sinceri con gli unici amici che si ha.
Luis, che scrive la sceneggiatura con il montatore del film Tomás Murphy e con l’attore-regista Agustín Toscano, con un filmare semplice e curioso racconta la ricerca di se stessi in tempeste emotive irrequiete.