“Te l’avevo detto” di Ginevra Elkann


In una Roma invernale che si sta sciogliendo sotto un caldo (anomalo) infernale, un gruppetto di cattivi e incattiviti personaggi è costretto a fare i conti – ognuno per sé, raccontandosela anche un po’ come vuole – con un’apocalisse imminente forse seconda solo al loro ego.

Gianna (Valeria Bruni Tedeschi) è una donna in crisi depressiva ossessionata da Pupa (Valeria Golino), porno attrice con cui l’ha tradita il marito. La figlia di Gianna, Mila (Sofia Panizzi), è una giovane donna bulimica che si mantiene facendo la badante a una ricca signora (Marisa Bonini). Caterina (Alba Rohrwacher) è un’alcolizzata che non può vedere quando vuole il figlioletto affidato al padre (Riccardo Scamarcio). L’americana Fran (Greta Scacchi), con le ceneri della madre da seppellire in un cimitero, fa visita a Roma al fratello “padre” Bill (Danny Huston), dedito spesso ad attività tossiche, che confessa ogni tanto alcuni dei peccatori qui sopra.

Sono tutti “peccatori” che vorrebbero essere felici a modo loro, alle loro condizioni.

Dal Toronto Film Festival alla Festa del Cinema di Roma, scritto dalla regista con  Chiara Barzini e Ilaria Bernardini, Te l’avevo detto è un film che non sa che strada prendere: commedia amara? grottesca? un dramma sul malessere di vivere?

L’opera seconda di Ginevra Elkann, dopo Magari del 2019, è ben interpretata – del resto è un cast di pezzi da novanta – ma non arriva da nessuna parte.
Non è solo questione di mancanza di originalità (dal tema apocalittico, trattato, per citare solo uno degli ultimi film a riguardo, con durezza e decisione in Adagio, 2023, di Stefano Sollima; a Valeria Bruni Tedeschi nuovamente nel ruolo di una donna depressa/ossessiva) ma di come gli argomenti raffazzonati sono messi stilisticamente in scena, trattati, argomentati. Manca un approfondimento di queste anatomie infelici e inasprite.
Non c’è personalità.

Dal 1 febbraio al Cinema distribuito da Fandango