La mia recensione su https://www.nonsolocinema.com/tracce-dal-passato-di-louise-penny.html
Il diciottesimo romanzo della saga che vede protagonista l’ispettore capo della Sûreté du Québec Armand Gamache è uno dei thriller più oscuri, tesi e coinvolgenti che la 65enne canadese Louise Penny abbia scritto finora.
E no, non è necessario aver letto i precedenti libri con protagonista Gamache e la sua infallibile e variegata squadra per poter essere trascinati dentro questa storia al cardiopalma.
Una delle abilità narrative di Louise Penny – che dal 2005 ha pubblicato un libro all’anno – è quella di fornire indispensabili indizi riassuntivi in ogni suo romanzo per far sentire il lettore “a casa”, un membro della famiglia allargata di Gamache.
Le altre doti da giallista sono l’eleganza e l’energia della sua scrittura che danno vita alla suspense delle trame intriganti.
“C’È SEMPRE UN’ALTRA STORIA. C’È PIÙ DI QUELLO CHE SI MOSTRA ALL’OCCHIO.”
Gamache, con la sua aria da professore universitario più che da consumato ispettore capo, uno “speleologo delle emozioni umane” nel corso della sua carriera “aveva visto cose a cui nessun essere umano dovrebbe assistere. Un giorno dopo l’altro. Un cadavere dopo l’altro. Armand Gamache aveva conosciuto il lato peggiore della natura umana. Vicende che avrebbero fatto rinsecchire il più tenero dei cuori e condannato al cinismo, alla disperazione e all’indifferenza il più buono degli uomini”.
“A renderci ciechi – dice Gamache al suo braccio destro Jean-Guy Beauvoir, è l’orrore della violenza. Lo stesso che minaccia di sopraffare e oscurare la bontà. È molto piú facile ricordare la crudeltà perché lascia una ferita, poi una crosta che va a coprire tutto il resto. Le cose buone. Però i gesti straordinari, le persone straordinarie, sono le eccezioni. Il cieco non è chi crede nella bontà degli uomini, ma chi si rifiuta di vederla.”
Tracce dal Passato intreccia retroscena e fatti di cronaca realmente accaduti (la strage del 6 dicembre 1986 al Politecnico del Québec dove un killer uccise volutamente 14 ragazze e ne ferì 13, dopo aver fatto scappare gli studenti uomini; a seguito della quale ci fu un’importante modifica della legge sulle armi, ostacolata da molti), punta così il dito contro la misoginia (C’è una ragione per cui le lesbiche, le persone transgender e i gay vengono aggrediti e picchiati? Per cui ai neri si spara gratis? C’è una ragione per cui le donne sono stuprate, brutalizzate, costrette all’aborto clandestino, rapite e usate come schiave sessuali?) esalta la poesia e l’arte (sarà uno snodo centrale il dipinto Paston Treasure, dipinto commissionato nel 1670 da Sir William Paston a un importante e finora ignoto pittore fiammingo), e mette tutto in scena nella vita del villaggio di Three Pines dove Gamache ha stabilito la sua dimora.
Il romanzo inizia con la prima indagine affrontata insieme dall’Ispettore Capo e da quello che diventerà il suo braccio destro, Beauvoir. Il caso vedeva coinvolti due fratelli, la 13enne Fiona e il decenne Sam.
Circa dieci anni dopo, quando l’eco di un serial killer detenuto in un carcere di massima sicurezza rimbomba e spaventa, e una serie di misteri scende come una fitta nebbia sul villaggio di Three Pines, quei due fratelli, ora adulti, sono nuovamente coinvolti.
Le indagini si susseguono veloci in una dirompente scrittura investigativa che sonda gli animi e mozza il fiato.
Tracce dal Passato è un thriller a puzzle, ogni tessera è il dettaglio di una storia violenta e disperata dove le emozioni, i dubbi morali, il modo di agire e reagire di Gamache di fronte al lato più oscuro della natura umana sono “una riserva di speranza” come un banale gesto gentile.
Louise Penny, Tracce dal Passato, Einaudi Edizioni, pp. 568, 2023, €16