“C’è una frase in Madame Bovary che restituisce l’intera ambizione del libro. Dopo il rifiuto finale di Rodolphe, Emma esce dal castello piena di oscura disperazione: “Il terreno sotto i piedi era più molle di un’onda, e i solchi le parevano immensi flutti bruni che si frangessero” – esordisce così il regista Andrei Ujică per raccontare questo suo incredibile docufilm – Quando l’ho letto da ragazzo, sono rimasto colpito dall’ebbrezza che deve aver provato Flaubert quando ha capito di essere riuscito a elevare la prosa alle vette della grande poesia. Poi nella mia mente ha cominciato a insinuarsi una domanda: quand’è che il cinema riuscirà a raggiungere la complessità della letteratura? È passato mezzo secolo e ho trovato solo risposte vaghe. C’erano alcuni sogni dei tempi della scuola che sembravano più accessibili: lavorare con un grande gruppo pop e fare un film americano. È stato però solo cinquant’anni dopo che ho osato fare un film sul primo concerto del più grande gruppo di tutti i tempi allo Shea Stadium. Come ho detto ai giovani newyorkesi – gli attori le cui voci abbiamo registrato lo scorso autunno – non importa quanto tempo ci vuole per realizzare il nostro sogno, purché lo si faccia prima di dimenticarlo”.
Prendendo il nome da una canzone dei Beatles, incentrando questo documentario sull’atterraggio dei Beatles a New York nell’agosto del 1965, prima del loro concerto allo Shea Stadium, ora demolito, TWST racconta l’America attraverso quell’evento, quel concerto. Tratteggia “la nostalgia futura”, il momento in cui il presente sarà diventato un passato struggente che non potremo né dimenticare né recuperare.
Il quadro di riferimento si amplia costantemente, giustapponendo realtà contigue del 1965: l’Esposizione mondiale di New York e i fatti di Watts (Los Angeles era in fiamme per le rivolte razziali nella zona di Watts) filtrati attraverso la tv della costa orientale. Razzismo e rivoluzione sono i due perni su cui è costruito questo documentario.
TWST di Ujică è composto da materiale d’archivio, da cinegiornali, da video amatoriali, il tutto in vari formati. È un viaggio che lascia che personaggi ed eventi si raccontino da soli (è tratto da quasi 100 ore di filmati amatoriali in 8 mm, e altre 100 ore di filmati in 16 mm girati nel fine settimana del 13-15 agosto 1965, principalmente dai “Big Three” (ABC, CBS e NBC). Questo lavoro ha richiesto quattordici anni di lavorazione, e il risultato è un film in cui ogni singola scena è stata attentamente costruita per significare qualcosa, sia visivamente che narrativamente. Intornoi concerto del 1965 ruota il discorso del regista rumeno su movimenti controculturali, per i diritti civili, proteste contro la guerra, divari generazionali, la costruzione della musica folk e la nascita della New Hollywood. All’interno di questa stravaganza registica svettano presenze incorporee di cui possiamo ancora sentire le parole: figure di giovani scomparsi che ancora abitano questi luoghi e che trovano conferma della propria realtà in ruvide superfici fotografiche. Un viaggio nel cuore nascosto di un mondo allo stesso tempo scomparso e tangibilmente presente.