Isabelle Huppert è Sidonie Perceval, un’acclamata scrittrice, che non pubblica un romanzo da quando il marito è scomparso; la donna si avventura in un viaggio in Giappone per l’edizione nipponica del suo primo libro.
A convincerla al viaggio, e soprattutto al tour è stato il suo editore Kenzo Mizoguchi (Tsuyoshi Ihara), distaccato e cordiale come l’educazione giapponese, un codice morale, gli impone.
La regista francese scrive con Maud Ameline e SophieFillières un film che si addentra, ma resta sulla soglia, del mondo soprannaturale del Giappone, raccontando una convivenza tra vivi e fantasmi. È quello che succede a Sidonie tra convenzioni sociali, strutture architettoniche e interviste con giornalisti.
C’è grazia e sincerità – che fanno dimenticare la dimensione modesta di una regista occidentale che prova a immergersi nel flusso di coscienza di tradizioni antiche che non le appartengono – e un minimalismo ironico nell’uso degli stereotipi, in questo poetico Viaggio in Giappone nel trattare e ritrarre l’amore e il dolore, il lutto e la guarigione.
Dall’11 gennaio al cinema con Academy Two