“Tatami” di Guy Nattiv e Zar Amir

Scritto dal regista Guy Nattiv e da Elham Erfani, Tatami è il primo lungometraggio co-diretto dalla regista iraniana Zar Amir (protagonista di Holy Spider) e da un regista israeliano (Nattiv).
Il film si ispira alla storia del judoka iraniano Saeid Millaei, minacciato dal suo governo durante i Mondiali in Giappone perché non aveva obbedito all’ordine di ritirarsi per non dover gareggiare contro un atleta israeliano, e alla storia di altre sportive: l’alpinista Elnaz Rekabi, la pugile Sadaf Khadem, l’atleta di taekwondo Kimia Alizadeh.

Durante i campionati mondiali di judo, la judoka iraniana Leila (Arienne Mandi) e la sua allenatrice Maryam (Zar Amir) ricevono un ultimatum da parte della Repubblica islamica che intima a Leila di fingere un infortunio (stesso destino toccato alla sua allenatrice anni prima) e perdere la gara, pena l’essere bollata come traditrice dello Stato. Non deve combattere contro l’atleta israeliana. Non importa che non si sia nemmeno arrivati ai quarti di finali, non importa ipotizzare che forse nessuna delle due arriverà in finale. La Guida Suprema dell’Iran ha deciso.
Vedendo minacciata la propria libertà e quella della sua famiglia in Iran, Leila e Maryam si trovano ad affrontare una scelta impossibile, diversa, dolorosa.

Dopo il calcio, il judo è uno degli sport più praticati sia in Iran che in Israele.
Tatami ha conquistato critica e pubblico alla Mostra del Cinema di Venezia, ora esce nei cinema in prima mondiale in Italia il 4 aprile.
Con una delicatezza che strazia l’animo, i due registi riescono a mantenere un equilibro senza esaltare una scelta oppure l’altra, ma sottolineano quanto sia umanamente difficile prendere una decisione e quanto sia disumano essere costretti a prenderla.


È un film politico.
È una storia che parla di libertà attraverso lo sport.

La storia si sviluppa nell’arco di una giornata.
Girato magistralmente con il ritmo del thriller, con una tensione snella che genera ansia e frustrazione per chi guarda, è un film incredibilmente efficace che cresce e monta nella mente dello spettatore man mano che Leila vince i round.

Il bianco e nero denso del direttore della fotografia Todd Martin segue la regia attraverso i primi round vincenti di Leila, i corridoi labirintici del palazzetto dove avviene la competizione, e i flashback, pochi ma esaustivi, del passato recente della protagonista; le composizioni musicali di Dascha Dauenhauer si alternano alla partitura dei cronisti sportivi che raccontano le gare, e tra le righe la politica “Leila sta letteralmente lottando per la sua vita”.


“Negli ultimi decenni, il governo iraniano ha fatto tutto quanto in suo potere per impedire a iraniani e israeliani di incontrarsi in occasione di eventi internazionali – hanno dichiarato i due registi – senza tenere in considerazione la realtà dei veri sentimenti delle persone. Nonostante questo, abbiamo trovato un modo per riuscirci. Abbiamo unito le forze a due ore di distanza da Tel Aviv e da Tehran, a Tbilisi, in Georgia, per raccontare la storia di coraggiose atlete iraniane che mettono a repentaglio la propria vita per la libertà. Gli artisti israeliani e iraniani hanno trovato i loro fratelli e le loro sorelle incontrandosi nell’arte e hanno scoperto di essere in realtà molto vicini e di avere tantissime cose in comune, condividendo l’arte, l’estetica, il cinema. Riteniamo che l’arte sia la voce del discernimento che si fa strada in mezzo al chiasso. La storia che abbiamo deciso di raccontare in questo film è la storia di troppi artisti ed atleti costretti a rinunciare ai propri sogni e, in alcuni casi, obbligati a lasciare i propri paesi e i propri cari a causa del conflitto tra sistemi e governi. In definitiva, speriamo di aver fatto un film che mostri al mondo che l’umanità e la fratellanza vincono sempre. Possa questa collaborazione cinematografica e artistica essere un tributo a quegli artisti e a quegli atleti e a tutte le persone che si battono per guardare al di là della frenesia dell’odio accecante e della reciproca distruzione e che, nonostante tutti gli ostacoli, costruiscono insieme un futuro. 


Tatami è il nome del tappeto usato nelle competizioni di judo.

È un film da vedere.

Eccezionali le due attrici Arienne Mandi nel ruolo di Leila, e la regista Zar Amir Ebrahimi nel ruolo di Maryam nel dare un valore aggiunto fatto di credibilità, intensità, dolore al film.



Data di uscita: 4 aprile 2024

Genere: Thriller

Anno: 2023

Paese: Georgia, USA

Durata: 105 min

Distribuzione: BIM Distribuzione