“Civil War” di Alex Garland

Scritto e diretto da Alex Garland (regista di Ex machina, 2015), Civil War ci porta in una dimensione cinematografica spaventosamente reale: una guerra civile negli Stati Uniti.

L’ America è sull’orlo del collasso, non sappiamo quali siano le cause. Il regista sorvola su di esse, ma si possono facilmente immaginare.

Alla Casa Bianca il Presidente (Nick Offerman) è al terzo mandato, si mostra nei video gonfio di patriottismo rassicurante sostenendo che le forze armate del governo ottengono costanti risultati vittoriosi – “Alcuni già la definiscono la più grande vittoria nella storia dell’umanità” – contro i ribelli delle Western Forces (un gruppo di Stati, con alla testa California e Texas, che con i suoi invasati armati si sta dirigendo verso la capitale, Washington DC con la ferrea intenzione di mettere in atto un colpo di stato, mentre il dollaro americano non ha più valore, e la moneta per il mercato nero è il dollaro canadese).


Attraverso città distrutte dall’esplosione di questa una guerra civile, dove persone disperate aspettano le razioni d’acqua, dove ai margini dei centri urbani sono allestiti campi di prima emergenza, i cecchini sui tetti non risparmiano nessuno, gruppi armati ti chiedono provenienza, se è pura americana forse vieni risparmiato, un gruppo di reporter e fotoreporter di mette in viaggio verso la capitale per documentare l’assalto alla Casa Bianca.
Il regista Alex Garland racconta soprattutto la guerra (la politica c’è ma è ai margini) attraverso una squadra di fotoreporter mentre attraversano un paese dilaniato per 800 tortuose e pericolose miglia un on the road.


C’è Lee Smith (il nome è un omaggio a Lee Miller Penrose, la prima fotografa ad entrare a Buchenwald e Dachau), il suo nome è leggenda, si è formata sul campo di battaglia di paesi lontani, con la speranza che quanto da lei immortalato non dovesse succedere mai più. Ma la storia non insegna nulla. A cosa è servito il suo lavoro, i suoi scatti non hanno insegnato nulla? A cosa è servito diventare insensibile e fredda per riuscire a fare bene il suo lavoro?
Lee (Kirsten Dunst) ha una stanchezza sofferente dopo anni e anni di orrori visti. Quando chiude gli occhi di notte i suoi sogni sono un incubo che ripercorre tutte macerie vissute con l’obiettivo della sua macchina fotografica.


Insieme a Lee condividono il furgoncino della stampa Joel (Wagner Moura), un giornalista collega della Reuters, Jessie (Cailee Spaeny), una giovane intraprendente che sogna di diventare come Lee, e Sammy (Stephen McKinley Henderson), una vecchia guarda del mestiere che lavora per quello che resta del New York Times.

Manohla Dargis sul New York Times ha definito Civil War “un incubo ipotetico” dove come si dice nel film “Loro cercano di uccidere noi. Noi cerchiamo di uccidere loro”.
Già con il suo romanzo The Beach (1996, L’Ultima Spiaggia, edito in Italia da Bompiani nel 2017) Alex Garland aveva raccontato attraverso la metafora di una spiaggia paradisiaca un tranello mortale, dove le cose non erano come sembravano. Un tema che torna spesso nelle mani di Garland tra zombi, cloni e alieni.
Civil War è un film di guerra su una guerra che non è ancora scoppiata ma potrebbe scoppiare.

Il racconto di Garland procede con uno stile documentaristico, talvolta troppo enfatico, mentre prova a sondare – come si diceva – lo spessore dei traumi della guerra con l’aiuto indispensabile del direttore della fotografia Rob Hardy.

Perché è sono soprattutto i colori e luci a far “vivere” Civil War, a portare lo spettatore nel campo di battaglia fianco a fianco con questi reporter.
Lee riprende il mondo crudele cogliendolo nelle sue sfumature, che hanno il colore della vita che resta, mentre l’ “apprendista” Jessie osserva la brutalità e la sviluppa in bianco e nero.
La luce solare dal calore giallo che lo spettatore percepisce, come avverte la brezza sui fiori selvatici, si infiltra in macabro ammasso di cadaveri in una fossa comune, supervisionato da un soldato ( Jesse Plemons) con stravaganti e inqientanti, verrebbe quasi da dire sadici (se fosse un aggettivo da abbinare a un accessorio) occhiali da sole di plastica rossa.

Civil War è un film che lascia scossi.

Civil War è prodotto da A24, che con i suoi 50 milioni di dollari è il film più costoso prodotto dalla casa di produzione indipendente.

Data di uscita: 18 aprile 2024

Genere: Azione, Drammatico

Anno: 2024

Durata: 119 min

Distribuzione: 01 Distribution